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MILZIADE, TEMISTOCLE E
PERICLE, EROI SENZA TEMPO
Erodoto
è stato il primo a scrivere delle guerre svolte tra Greci e Persiani
nel V sec. a.C. ed ha permesso di far conoscere i nomi di numerosi
condottieri ateniesi vincitori delle battaglie e proclamati eroi:
Milziade (Battaglia di Maratona, 490 a.C.), Temistocle
(Battaglia di Salamina, 480 a.C.), considerato da Pericle quale
migliore condottiero della storia ateniese, Santippo, padre
di Pericle, (Battaglia di Micale, 479 a.C.), Cimone
(Battaglia dell’Eurimedonte, 466 a.C.) e Pericle (I Guerra
del Peloponneso, 454/445; Guerra di Samo, 440/439 a.C.; II Guerra
del Peloponneso, 431 a.C.). Nell'anno 460
a.C., dopo trent’anni di guerre, i Persiani erano già stati costretti dalle
milizie Ateniesi ad abbandonare il territorio greco, Pericle assume
il governo di Atene e lo mantiene per trent'anni, in quel periodo,
cosiddetto "Eta di Pericle", incarica lo Scultore Fidia a sovrintendere i
lavori di ricostruzione della città distrutta dai Persiani, di
ristrutturare il Partenone e realizzare costose statue in oro ed
avorio in onore della dea Athena di Zeus e statue in bronzo di tutti
i Comandanti che avevano sconfitto i Persiani, da esporre, soprattutto,
nell’Acropoli di Atene, principale luogo di culto del V secolo a.C.. Fino all’anno 429 a.C.
Pericle gestì le “casse” della Lega di Delo, trasferite ad Atene nel
454 a.C., che vedeva circa 160 città marittime confederate tra
loro: Efeso, Mileto, Troia, le isole di Lesbo, Rodi, Samo, Delo, la
penisola Calcidica e numerose altre. Numerose sono le statue
descritte dagli scrittori dell’antica Grecia, uno per tutti,
Pausania in Periegesi della Grecia: “Nella Cittadella di Atene
sta Pericle figlio di Santippo, e Santippo stesso, che combatte in
mare contro i Medi a Micale. La statua di Pericle è dall’altra
parte. Vicino a quella di Santippo sta Anacreonte Teio…”
Intorno al 460 a.C. l’Equipe di Fidia realizzò la
statua di Atena Pròmachos (“che combatte in prima linea”,
nel 450 a.C. la statua di Apollo Parnòpios (“sterminatore di
cavallette”), nel 448 a.C. la statua di Atena Lémnia (“La
Bella”). Nel 438 a.C. la statua crisoelefantina di Athena
Parthénos (“la vergine”, alta circa 12 metri), nel 432 a.C. la
statua di Zeus Olimpio (alta circa 12 metri) e,
probabilmente, ha potuto realizzare nel 460 a.C. la “Statua A”, nel
430 a.C. la “Statua B” e. nel frattempo, altre statue in bronzo
andate perdute, non ultima, quella probabilmente scomparsa in
Calabria nella notte del 17 agosto 1972.
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Il Metodo
“Carbonio 14”, utilizzato dagli scienziati del Ministero per i Beni Culturali,
ha datato i Bronzi di Riace, 460 a.C. la “Statua A” e 430 a.C. la “Statua B”,
trent’anni di differenza che collocano le due opere d’arte proprio all’inizio ed
alla fine del cosiddetto periodo “Età di Pericle”. Le analisi chimiche
svolte sulla terra argillosa svuotata dall’interno delle due statue hanno
accertato che essa proviene da due luoghi diversi situati nel circondario tra
Atene, Corinto ed Argo ed il piombo dei tenoni che trattenevano su una base le
statue proviene per entrambe le statue dalle miniere di Laurion, a circa 40 km
da Atene.
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