26 APRILE 2024 - INTERVISTA DELLA GIORNALISTA DANIELA LA CAVA A RICCARDO PARTINICO SULL'IDENTITA' DEI BRONZI DI RIACE

Esperto di anatomia conosce perfettamente gli effetti del movimento umano tanto da individuare alcune particolarità anatomiche dei Bronzi di Riace ed interpretare le attività fisiche che essi hanno svolto per sviluppare quei muscoli. Quando nasce questa passione?

Nell’estate del 2003 osservando i Bronzi di Riace ho notato le loro alterazioni scheletriche ed ho subito intuito che essi rappresentavano personaggi realmente vissuti. Quindi, quasi per scherzo, ho scritto su un foglio di carta  “i Bronzi di Riace, ritenuti perfetti fisicamente, presentano, invece, dismorfismi al sistema scheletrico”. Qualche giorno dopo ho iniziato a scrivere una relazione sulla loro postura, sulla gestualità e sulle loro caratteristiche muscolari individuando due guerrieri che avevano sviluppato quei muscoli praticando anche Lotta ed uno dei quali andava a cavallo. Nel 2022, grazie alle analisi scientifiche del CEDAD di Unisalento e dell’Istituto Centrale per il Restauro, alle fonti storiche ed alla comparazione archeologica, ho potuto formulare l’ipotesi “Pericle e Temistocle”. 

Osservare un’opera perfetta e conoscerne la datazione e il luogo di provenienza non è sufficiente per ipotizzare un’identità; dove si ricercano secondo Lei gli elementi chiave per poter formulare teorie?

Per formulare un’ipotesi è necessario seguire un criterio, io mi avvalgo dell’anatomia archeostatuaria. Osservo la statua ed interpreto il vissuto di quei muscoli, la gestualità tecnica e la postura. Studio in particolare le mani ed i piedi. Ricerco attrezzi, armi o oggetti compatibili con la gestualità, le tecniche sportive o belliche. Effettuo comparazioni archeologiche con vasi, dipinti o mosaici e colloco il personaggio  in una delle quattro Aree di studio: area sportiva, area bellica, area culturale o area mitologica. Dopo aver incluso nell’area di appartenenza il personaggio rappresentato dalla statua vado alla ricerca di fonti storiche, di analisi scientifiche, di pareri di esperti per trovare indizi precisi, coincidenti e concordanti per formulare un’ipotesi sull’identità personale.

In base ai suoi studi e la sua esperienza professionale ha elencato ben 14 motivi che smonterebbero la teoria dei fratelli fratricidi Eteocle e Polinice. Può elencarli?

1) “Le due statue sono state realizzate a metà del V sec. a.C., lo stile artistico le colloca a distanza di trent’anni l’una dall’altra, la statua A nel 460 a.C. e la statua B nel 430 a.C.. Gli esami con il C14 sono stati svolti dal CEDAD di Unisalento diretto dal prof. Calcagnile.l

2) L’argilla estratta dall’interno delle due statue non proviene solo da Argo, ma da due ambienti diversi situati in un vasto bacino idrogeologico compreso tra Atene, Corinto ed Argo. Anche l’argilla contenuta nel braccio destro della “Statua B”, riparato nei secoli successivi al V sec. a.C. proviene dalla Grecia. Il prof. Ludovico Rebaudo durante la Conferenza internazionale svoltasi a Reggio Calabria nel 2022 ha spiegato a tutti i presenti, compreso l’attuale direttore e lo studioso interessato, che le terre estratte dalle due statue non sono identiche e provengono da due luoghi completamente diversi, quella della “Statua A” è ricca di inclusi e quella della “Statua B” è composta di una matrice argillosa fine e con pochi quarzi.

3) L’Istituto Centrale per il Restauro ha accertato che la percentuale dei metalli utilizzati per comporre il bronzo e lo spessore medio della lamina delle due statue sono diversi, 8,5 mm nella “Statua A” e 7,5 mm nella“Statua B”.

4) La tecnica manuale per assemblare la parte interna con le lamelle di argilla, i peli di animali, i bastoncini in legno, i chiodi a testa quadrata e le strutture di ferro di forma quadrata è stata materialmente svolta da artisti diversi che hanno anche lasciato le impronte digitali impresse nell’argilla.

5) Il noto restauratore dei Bronzi di Riace, Nuccio Schepis, assieme alla collega Paola Donati, ha accertato che gli occhi in calcite sono stati incastonati in maniera differente, nella “Statua A” sono stati bloccati con alcune graffette, nella “Statua B”, l’unico occhio risulta essere stato bloccato con un incastro piramidale.

6) Lo stile artistico delle due statue è diverso, la “Statua A” in stile “Severo” caratteristico del periodo 480/450 a.C., la “Statua B” in stile “Classico”, successivo all’anno 450 a.C..

7) Nel periodo di realizzazione delle due statue, precisamente nell’Età di Pericle 460/429 a.C., né Tebe, né Argo, avevano soldi da spendere per realizzare costosissime statue in bronzo, in particolare quelle di due personaggi mitologici fratricidi di cui uno era il tA metà del V sec. a.C. Atene custodiva i contributi versati dalle città componenti la Lega di Delo (478 a.C. / 404 a.C.), e poteva investire nella ristrutturazione del territorio devastato dai persiani durante le guerre svolte dal 490 al 480 a.C. e nella realizzazione del patrimonio artistico e storico, infatti, Pericle in quel periodo fece realizzare da Fidia numerose statue per onorare dei ed eroi delle guerre vinte contro i persiani. Intorno al 460 a.C. Fidia realizzò la statua di Atena Pròmachos (“che combatte in prima linea”), nel 450 a.C. la statua di Apollo Parnòpios (“sterminatore di cavallette”), nel 448 a.C. la statua di Atena Lémnia (detta “La Bella”, per l’isola di Lemno), nel 438 a.C. la statua crisoelefantina di Athena Parthénos (“la vergine”, alta circa 12 metri), nel 432 a.C. la statua di Zeus Olimpio (anche questa alta circa 12 metri). Altre statue in bronzo di statisti e di militari che avevano combattuto per difendere Atene -mi riferisco a Santippo, Milziade, Temistocle, Cilone, Pericle ed altri eroi- furono descritte da Pausania, Tucidide, Plutarco e da altri storici antichi.

8) I tenoni di cui erano fornite le due statue, quattro tenoni la “Statua B” ed un tenone la “Statua A” provengono dalle miniere di Laurion, vicinissime ad Atene e distanti circa 200 km da Argo, città dove si vuole ad ogni costo collocare le due statue.

9) Polinice era un traditore di Tebe al quale, nel racconto mitologico, veniva anche negata la sepoltura da parte dello zio Creonte, Re di Tebe.

10) I due Reperti 12801 e 12802 sono stati denominati sin dal 1981 dagli Archeologi che li hanno analizzati il “Giovane” ed il “Vecchio” perché risulta palese la differenza d’età.

11) Lo studio anatomico effettuato sulle due statue mette in evidenza numerose alterazioni scheletriche, la perfetta somatometria dei muscoli ed il corretto posizionamento delle vene delle mani e dei piedi che esprimono “vitalità”. Nella “Statua A” è presente il progenismo mandibolare ed l’iperlordosi lombare; nella “Statua B” si nota il cranio dolicocefalo, la rettilineizzazione delle vertebre cervicali, la scoliosi dorso-lombare, il varismo del quinto dito dei piedi e l’appiattimento ed allargamento della volta plantare. Tali dismorfismi e particolari anatomici confermano che le due statue rappresentano soggetti realmente vissuti e non personaggi mitologici che sarebbero, invece, stati rappresentati senza alterazioni scheletriche.

12) Eteocle e Polinice erano fratelli gemelli, ecco perchè era nata la disputa su chi doveva comandare Tebe. Infatti, nel racconto mitologico di Eschilo, Creonte assunse il comando di Tebe fino a quando Eteocle e Polinice non avrebbero raggiunto la maggiore età. Maggiore età che fu raggiunta contemporaneamente dai due fratelli, al punto che si dovette sorteggiare il primo dei fratelli che avrebbe assunto il comando di Tebe. Nella Tragedia  "I Sette contro Tebe" di Eschilo del 467 a.C.  è scritto "con fraterne mani si uccisero, ma dei re nati dallo stesso seme...

13) Le due statue non presentano alcuna somiglianza, né fisica, né fisionomica, sono due soggetti completamente diversi, non esprimono alcuna comunicazione corporea, sono corpi scollegati dal punto di vista posturale, mimico e gestuale. La postura e la gestualità delle due statue sono identiche, sono quelle di un militare in posizione di riposo, dotato di armi dell’epoca, che non esprime alcuna azione, né di attacco, né di difesa. Sui vasi della stessa epoca, vedi per esempio il combattimento mitologico tra Ettore ed Achille o quello tra Achille e Pentesilea, è espressa la dinamicità dell’azione aggressiva, nei racconti di Omero nell’Iliade, libro XXIII riguardo i lottatori, è espressa dinamicità: “Nel mezzo della lizza entrambi accinti presentarsi, e stringendosi a vicenda colle man forti s’afferrar, siccome due travi, che valente architettore congegna insieme a sostenere d’eccelso edificio il colmigno, agli urti invitto degli aquiloni. Allo stirar de’ validi polsi intrecciati scricchiolar si sentono le spalle, il sudor gronda, e spessi appaiono pe’ larghi dossi e per rosseggianti di sangue”. Nei Bronzi di Riace, che dovevano rappresentare due fratelli fratricidi in uno scontro all’ultimo sangue, il nulla, statici nella stessa postura. Uno con la smorfia e l’altro impassibile guarda, imperturbabile, avanti verso il basso”.

14) Le armi utilizzate da Eteocle e Polinice nel duello fratricida non sono le lance che impugnano i Bronzi di Riace ma le spade. Nella tragedia le FENICIE del 410 a.C. di Euripide, nel racconto mitologico è scritto: Polinice: "la spada in pugno strinsi. ed entrai nella città svolgendo gli sguardi in giro"- Anche un affresco che risale al IV sec. a.C custodito nel Museo di Vulci raffigura due giovanissimi Eteocle e Polinice che si trafiggono con la spada e non con la lancia.

 
 

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