Esperto di anatomia conosce perfettamente gli effetti del
movimento umano tanto da individuare alcune particolarità
anatomiche dei Bronzi di Riace ed interpretare le attività
fisiche che essi hanno svolto per sviluppare quei muscoli.
Quando nasce questa passione?
Nell’estate del 2003 osservando i Bronzi di Riace ho notato le
loro alterazioni scheletriche ed ho subito intuito che essi
rappresentavano personaggi realmente vissuti. Quindi, quasi per
scherzo, ho scritto su un foglio di carta “i Bronzi di Riace,
ritenuti perfetti fisicamente, presentano, invece, dismorfismi
al sistema scheletrico”. Qualche giorno dopo ho iniziato a
scrivere una relazione sulla loro postura, sulla gestualità e
sulle loro caratteristiche muscolari individuando due guerrieri
che avevano sviluppato quei muscoli praticando anche Lotta ed
uno dei quali andava a cavallo. Nel 2022, grazie alle analisi
scientifiche del CEDAD di Unisalento e dell’Istituto Centrale
per il Restauro, alle fonti storiche ed alla comparazione
archeologica, ho potuto formulare l’ipotesi “Pericle e
Temistocle”.
Osservare un’opera perfetta e conoscerne la datazione e il luogo
di provenienza non è sufficiente per ipotizzare un’identità;
dove si ricercano secondo Lei gli elementi chiave per poter
formulare teorie?
Per
formulare un’ipotesi è necessario seguire un criterio, io mi
avvalgo dell’anatomia archeostatuaria. Osservo la statua
ed interpreto il vissuto di quei muscoli, la gestualità tecnica
e la postura. Studio in particolare le mani ed i piedi.
Ricerco attrezzi, armi o oggetti compatibili con la
gestualità, le tecniche sportive o belliche. Effettuo
comparazioni archeologiche con vasi, dipinti o mosaici e colloco
il personaggio in una delle quattro Aree di studio: area
sportiva, area bellica, area culturale o area mitologica.
Dopo aver incluso nell’area di appartenenza il personaggio
rappresentato dalla statua vado alla ricerca di fonti storiche,
di analisi scientifiche, di pareri di esperti per trovare indizi
precisi, coincidenti e concordanti per formulare un’ipotesi
sull’identità personale.
In base ai suoi studi e la sua esperienza professionale ha
elencato ben 14 motivi che smonterebbero la teoria dei fratelli
fratricidi Eteocle e Polinice. Può elencarli?
1) “Le due statue sono state realizzate a metà del V sec. a.C.,
lo stile artistico le colloca a distanza di trent’anni l’una
dall’altra, la statua A nel 460 a.C. e la statua B nel 430 a.C..
Gli esami con il C14 sono stati svolti dal CEDAD di Unisalento
diretto dal prof. Calcagnile.l
2) L’argilla
estratta dall’interno delle due statue non proviene solo da
Argo, ma da due ambienti diversi situati in un vasto bacino
idrogeologico compreso tra Atene, Corinto ed Argo. Anche
l’argilla contenuta nel braccio destro della “Statua B”,
riparato nei secoli successivi al V sec. a.C. proviene dalla
Grecia. Il prof. Ludovico Rebaudo durante la Conferenza
internazionale svoltasi a Reggio Calabria nel 2022 ha spiegato a
tutti i presenti, compreso l’attuale direttore e lo studioso
interessato, che le terre estratte dalle due statue non sono
identiche e provengono da due luoghi completamente diversi,
quella della “Statua A” è ricca di inclusi e quella della
“Statua B” è composta di una matrice argillosa fine e con pochi
quarzi.
3) L’Istituto Centrale per il Restauro ha accertato che la
percentuale dei metalli utilizzati per comporre il bronzo e lo
spessore medio della lamina delle due statue sono diversi, 8,5
mm nella “Statua A” e 7,5 mm nella“Statua B”.
4) La tecnica manuale per assemblare la parte interna con le
lamelle di argilla, i peli di animali, i bastoncini in legno, i
chiodi a testa quadrata e le strutture di ferro di forma
quadrata è stata materialmente svolta da artisti diversi che
hanno anche lasciato le impronte digitali impresse nell’argilla.
5) Il noto restauratore dei Bronzi di Riace, Nuccio Schepis,
assieme alla collega Paola Donati, ha accertato che gli occhi in
calcite sono stati incastonati in maniera differente, nella
“Statua A” sono stati bloccati con alcune graffette, nella
“Statua B”, l’unico occhio risulta essere stato bloccato con un
incastro piramidale.
6) Lo stile artistico delle due statue è diverso, la “Statua A”
in stile “Severo” caratteristico del periodo 480/450 a.C., la
“Statua B” in stile “Classico”, successivo all’anno 450 a.C..
7) Nel periodo di realizzazione delle due statue, precisamente
nell’Età di Pericle 460/429 a.C., né Tebe, né Argo, avevano
soldi da spendere per realizzare costosissime statue in bronzo,
in particolare quelle di due personaggi mitologici fratricidi di
cui uno era il tA metà del V sec. a.C. Atene custodiva i
contributi versati dalle città componenti la Lega di Delo (478
a.C. / 404 a.C.), e poteva investire nella ristrutturazione del
territorio devastato dai persiani durante le guerre svolte dal
490 al 480 a.C. e nella realizzazione del patrimonio artistico e
storico, infatti, Pericle in quel periodo fece realizzare da
Fidia numerose statue per onorare dei ed eroi delle guerre vinte
contro i persiani. Intorno al 460 a.C. Fidia realizzò la statua
di Atena Pròmachos (“che combatte in prima linea”), nel 450 a.C.
la statua di Apollo Parnòpios (“sterminatore di cavallette”),
nel 448 a.C. la statua di Atena Lémnia (detta “La Bella”, per
l’isola di Lemno), nel 438 a.C. la statua crisoelefantina di
Athena Parthénos (“la vergine”, alta circa 12 metri), nel 432
a.C. la statua di Zeus Olimpio (anche questa alta circa 12
metri). Altre statue in bronzo di statisti e di militari che
avevano combattuto per difendere Atene -mi riferisco a Santippo,
Milziade, Temistocle, Cilone, Pericle ed altri eroi- furono
descritte da Pausania, Tucidide, Plutarco e da altri storici
antichi.
8) I tenoni di cui erano fornite le due statue, quattro tenoni
la “Statua B” ed un tenone la “Statua A” provengono dalle
miniere di Laurion, vicinissime ad Atene e distanti circa 200 km
da Argo, città dove si vuole ad ogni costo collocare le due
statue.
9) Polinice era un traditore di Tebe al quale, nel racconto
mitologico, veniva anche negata la sepoltura da parte dello zio
Creonte, Re di Tebe.
10) I due Reperti 12801 e 12802 sono stati denominati sin dal
1981 dagli Archeologi che li hanno analizzati il “Giovane” ed il
“Vecchio” perché risulta palese la differenza d’età.
11) Lo studio anatomico effettuato sulle due statue mette in
evidenza numerose alterazioni scheletriche, la perfetta
somatometria dei muscoli ed il corretto posizionamento delle
vene delle mani e dei piedi che esprimono “vitalità”. Nella
“Statua A” è presente il progenismo mandibolare ed l’iperlordosi
lombare; nella “Statua B” si nota il cranio dolicocefalo, la
rettilineizzazione delle vertebre cervicali, la scoliosi
dorso-lombare, il varismo del quinto dito dei piedi e
l’appiattimento ed allargamento della volta plantare. Tali
dismorfismi e particolari anatomici confermano che le due statue
rappresentano soggetti realmente vissuti e non personaggi
mitologici che sarebbero, invece, stati rappresentati senza
alterazioni scheletriche.
12) Eteocle e Polinice erano fratelli gemelli, ecco perchè era
nata la disputa su chi doveva comandare Tebe. Infatti, nel
racconto mitologico di Eschilo, Creonte assunse il comando di
Tebe fino a quando Eteocle e Polinice non avrebbero raggiunto la
maggiore età. Maggiore età che fu raggiunta contemporaneamente
dai due fratelli, al punto che si dovette sorteggiare il primo
dei fratelli che avrebbe assunto il comando di Tebe. Nella
Tragedia "I Sette contro Tebe" di Eschilo del 467 a.C.
è scritto "con fraterne mani si uccisero, ma dei re nati
dallo stesso seme...
13) Le due statue non presentano alcuna somiglianza, né fisica,
né fisionomica, sono due soggetti completamente diversi, non
esprimono alcuna comunicazione corporea, sono corpi scollegati
dal punto di vista posturale, mimico e gestuale. La postura e la
gestualità delle due statue sono identiche, sono quelle di un
militare in posizione di riposo, dotato di armi dell’epoca, che
non esprime alcuna azione, né di attacco, né di difesa. Sui vasi
della stessa epoca, vedi per esempio il combattimento mitologico
tra Ettore ed Achille o quello tra Achille e Pentesilea, è
espressa la dinamicità dell’azione aggressiva, nei racconti di
Omero nell’Iliade, libro XXIII riguardo i lottatori, è espressa
dinamicità: “Nel mezzo della lizza entrambi accinti presentarsi,
e stringendosi a vicenda colle man forti s’afferrar, siccome due
travi, che valente architettore congegna insieme a sostenere
d’eccelso edificio il colmigno, agli urti invitto degli
aquiloni. Allo stirar de’ validi polsi intrecciati scricchiolar
si sentono le spalle, il sudor gronda, e spessi appaiono pe’
larghi dossi e per
rosseggianti di sangue”. Nei Bronzi di Riace, che dovevano
rappresentare due fratelli fratricidi in uno scontro all’ultimo
sangue, il nulla, statici nella stessa postura. Uno con la
smorfia e l’altro impassibile guarda, imperturbabile, avanti
verso il basso”.
14) Le armi utilizzate da Eteocle e
Polinice nel duello fratricida non sono le lance che impugnano i
Bronzi di Riace ma le spade. Nella tragedia le FENICIE del 410 a.C. di
Euripide, nel racconto mitologico è scritto: Polinice:
"la spada in pugno strinsi. ed entrai nella città svolgendo
gli sguardi in giro"- Anche un affresco che risale al IV
sec. a.C custodito nel Museo di Vulci raffigura due giovanissimi
Eteocle e Polinice che si trafiggono con la spada e non con la
lancia.
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